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Google Ads Display: come creare una campagna che converte?

Come fare Display Adsvertising? Perché è utile farlo? In questo articolo sulle GOOGLE DISPLAY ADS ti diamo due dritte su come lanciare le tue prime campagne Google Display!
Google Ads Display: come creare una campagna che converte?

📌 Tabella dei Contenuti

Cosa sono le campagne Google Display Ads?

Una campagna Display su Google Ads è un tipo di campagna che si compone di testi ma soprattutto immagini per creare degli annunci.

L’annuncio viene poi mostrato sotto forma di banner nei siti affiliati o partner di Google, il cui numero è elevatissimo; solo in Italia, infatti, si contano circa due milioni di siti, video e app su cui pubblicare le proprie campagne Google Display Ads e, se estendiamo questi numeri a livello globale, possiamo comprendere le potenzialità di questo tipo di campagna, di frequente sottovalutata per vendere i nostri prodotti e servizi.

Perché creare una campagna display e quali sono i suoi vantaggi

Spesso associamo le campagne display a dei semplici banner cliccati per sbaglio da utenti distratti che navigano in rete, ma non è così! 

Attraverso questo tipo di pubblicità online, detto display advertising, possiamo catturare l’attenzione dell’utente prima che questo abbia un determinato bisogno e diventi un cliente, quindi lavorare sul concetto di brand awareness. Oppure possiamo ricordare la nostra esistenza ad utenti che hanno già visitato il nostro sito ma che non hanno ancora acquistato, attraverso il  remarketing

Vediamo nel dettaglio quali sono i vantaggi di una campagna su rete Display di Google e perché, in alcuni casi, potremmo preferirla ad una classica campagna su rete di ricerca.

Le campagne display hanno tipicamente bassi costi, ci permettono sia di raggiungere utenti che ancora non conoscono i nostri prodotti, che di intercettare utenti che ci ha già visitato. Oppure ci danno la possibilità di creare dei “pubblici simili” agli utenti che hanno già acquistato da noi.

In sintesi, le campagne display sono un asset che non può mancare all’interno di un account Google Ads ben strutturato.
Va detto, però, che in alcuni casi si posizionano nella parte alta del funnel, quindi è necessario associarvici delle conversioni preliminari (ed evitare di associare la transazione economica, che potrebbe arrivare solo dopo una serie di azioni, attraverso altre campagne o sorgenti di traffico).

Infatti dobbiamo sempre saper contestualizzare le metriche e i KPI di una campagna in base al suo ruolo o posizione all’interno del funnel di acquisto, monitorando la sua efficacia nel raggiungimento dello step successivo.

Attualmente Google Ads, cosciente di tutto ciò e del famoso Messy Middle (ovvero la sempre maggior difficoltà di seguire la tantissime – spesso centinaia – azioni che un utente compie prima di arrivare all’obiettivo finale) sta integrando nuove funzioni di tracciamento e miglioramenti alla sua Intelligenza Artificiale. Addirittura ha implementato nuove campagne chiamate Performance MAX, che sostituiscono le precedenti di Shopping Intelligente e che al loro interno, appunto, vanno a contenere anche la parte display (sia in modalità acquisizione di nuovi utenti che in modalità remarketing.

Molto spesso, però, un controllo manuale di queste campagne consente prestazioni migliori, a costo però di una maggiore operatività sull’account.

Grazie al Machine Learning, possiamo inoltre ottimizzare i nostri asset di annunci in base al rendimento della nostra campagna, ma non solo. Possiamo anche utilizzare video e feed dedicati (non solo foto) per rendere i nostri annunci maggiormente accattivanti.

Come rendere efficaci le nostre campagne display?

Lo so, ora vi chiederete: “Sì, ma come posso creare una campagna che converta al 100%?”. 

La risposta è che, ovviamente, noi advertiser non abbiamo una bacchetta magica e il nostro lavoro è fatto di continui test e ottimizzazioni per trovare la giusta combinazione di elementi che permettano alle nostre campagne di generare conversioni. 

Ci sono però alcune best practice che possono aiutarvi a creare delle campagne display efficaci:

  • Scegli il pubblico giusto! Ebbene sì, sembrerà scontato ma è importante scegliere bene tra i vari segmenti di pubblico (ad esempio in market o simili) e non combinare questi target in uno stesso gruppo di annunci. Il trucco è creare una campagna distinta per ogni target di pubblico per controllare al meglio il rendimento di ognuna;

  • Se utilizzi sulla tua campagna display delle offerte manuali, escludi dai tuoi posizionamenti i siti con un rendimento insoddisfacente, con contenuti sensibili;

  • Utilizza le giuste creatività per il tuo messaggio e per il tuo pubblico. Spesso infatti si tende a dare poca attenzione alla coerenza tra immagini, video e annuncio, ma è un errore molto grave in quanto spesso è la potenza visiva delle creatività a restare impressa all’utente.

Ottimizzazioni

Sempre più frequentemente ormai, Google pretende, per il suo buon funzionamento, un ottimo tracciamento dei dati e delle conversioni (per esempio implementando Google Analytics stesso).
Anche le campagne con annunci display possono adottare strategie come massimizza le conversioni, che consentono, dato un certo budget, di ottenere il maggior numero di conversioni possibili. Ma questo lo si può ottenere solo se le conversioni sono realmente ben tracciate!

Sempre per ottenere il massimo, consiglio di cercare di segmentare il pubblico il più possibile e, su ogni segmento, creare campagne distinte in modo da avere un controllo del budget molto accurato e poter erogare annunci molto personalizzati su ogni pubblico.

Infine, è buona norma aggiornare gli annunci con una certa frequenza, affiancandoli ai precedenti, in un continuo A/B TESTING per trovare sempre prestazioni migliori.

Conclusioni

Le campagne Google Display offrono molte opportunità a chiunque voglia aumentare la propria brand awareness, ma spesso ci sono piccoli dettagli che ne impediscono l’efficacia.

Affidarsi ad un professionista che monitora i risultati della tua campagna display e ottimizza la stessa con A/B Test è sempre tra le migliori best practice.

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