Finanziamenti startup: come ottenere denaro da investire (anche a fondo perduto!)

Andiamo a conoscere ben 7 metodologie e ad illustrarne caratteristiche, vantaggi e svantaggi, Scopriamo insieme anche a quali fasi della vita di una startup si adattano

Finanziamenti startup: all’interno di questo post scoprirai diversi modi con cui puoi raccogliere finanziamenti!

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Ogni metodologia che andremo a illustrare ha caratteristiche ben precise, con vantaggi e svantaggi, ognuna delle quali si adatta a fasi diverse di vita della tua startup. 

Per questo, prima di cercare di capire quale metodologia puoi applicare per finanziare la tua startup identifica, nella maniera più precisa possibile, in che fase di sviluppo si trova il tuo progetto imprenditoriale.

È solo un’idea?
Hai già un MVP validato?
Già costituito la società?
Hai già ricevuto altri investimenti?

Capire quanto è maturo il tuo progetto è fondamentale per identificare la tipologia d’investitore migliore per la tua startup innovativa ed evitare il fallimento. 

Ad esempio, se ti presentassi troppo presto dagli investitori, questi potrebbero valutare negativamente il team e il progetto quando magari avrebbero potuto apprezzarlo se lo avessero conosciuto in una fase di sviluppo successiva.

Veniamo al dunque: quali sono le metodologie con cui puoi finanziare la tua startup?

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Finanziamenti Startup: quali metodologie ti aiutano a trovarli?

1. BOOTSTRAPPING

Conosci il detto “chi fa da sè fa per tre”?

Bene, il bootstrapping lo incarna perfettamente.
Questo metodo prevede l’autofinanziamento della startup senza l’apporto di capitali esterni.
In sostanza, con il bootstrapping, i founder investono i propri ricavi e i propri risparmi nella crescita della startup. 

Se da un lato avviare una startup con pochi fondi è difficile, dall’altro il bootstrapping è il modo più veloce per non rimanere bloccati in quello che possiamo chiamare “limbo delle idee” (quando un’idea non riesce a trasformarsi in un progetto imprenditoriale e rimane nella mente di chi l’ha ideata).

Inoltre, un team che investe capitali propri nella startup acquisisce molta credibilità agli occhi di altri investitori perché dimostra di credere così tanto nel progetto da rischiare con capitali personali.

2. FFF – FAMILY, FOOLS & FRIENDS

Famiglia, folli e amici. Rivolgersi ad amici e parenti facoltosi oppure a persone che hanno un’alta propensione al rischio è un’ottima soluzione per i progetti in fase pre-seed (ovvero, quelle nuove imprese che non hanno mai ricevuto fondi da investitori) poiché richiede poco tempo.
È una metodologia agile, flessibile e che ti permette di mantenere il controllo sulle scelte strategiche.

I fondi che provengono da questi investitori saranno utili per validare l’idea prima di iniziare a fare sul serio.
Ma attenzione: quando hai a che fare con investitori che rientrano nella categoria delle 3F è fondamentale che tu prenda accordi chiari (e formalizzati) fin da subito, altrimenti il rischio è quello di compromettere i rapporti interpersonali.

3. BUSINESS ANGELS & ANGEL INVESTOR

Sono persone che dispongono di grosse somme di denaro e spesso hanno avuto precedenti esperienze nel mondo delle startup, magari effettuando una exit.

Questa tipologia d’investitori solitamente è interessata a startup in fase di seed (vale a dire, con team completo, idea validata, prodotto sul mercato e altri capitali raccolti).

I business angel sono spesso i primi partner esterni di una startup e apportano capitali – solitamente fino ad un massimo di 100.000 € – in cambio di quote societarie.
I vantaggi che può trarre una startup dall’ingresso di un business angel nel capitale sociale sono network, know-how e mentorship.

Solitamente i business angel sono riuniti in associazioni, per cui se ti stai chiedendo come fare a trovare un business angel per la tua startup puoi cercare tra gli iscritti a Italian Angels For Growth, Club degli Investitori e Angels for Innovation, le tre principali realtà attive nel mercato italiano. 

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4. FONDI VENTURE CAPITAL & PRIVATE EQUITY

Sono società finanziarie che gestiscono capitali per conto dei loro clienti.
I Venture Capital e i fondi private equity solitamente investono in startup che si trovano in fase di crescita, hanno già ricevuto dei finanziamenti pre-seed e seed ed effettuano diversi round di investimento.

Il vantaggio di questa tipologia di investitori è che dispongono di grandi capitali.
Tuttavia, considerato che si occupano di gestire capitali per conto terzi, hanno dei criteri di accesso abbastanza stringenti.

5. CROWDFUNDING

Il crowdfunding è una raccolta fondi alla quale possono partecipare diverse tipologie di attori tra cui persone fisiche, aziende e fondi di investimento.

Se vuoi scoprire di più rispetto al tema del crowdfunding ti consiglio di leggere l’articolo che ho precedentemente pubblicato sul magazine di AutomatiKing

6. BANDI E FINANZIAMENTO PUBBLICI

Sono un altro canale di finanziamento per la tua startup.
Si dà il caso che, periodicamente, le istituzioni pubbliche a ogni livello (europeo, nazionale e regionale) lancino bandi di finanziamento rivolti a startup in ogni stage di crescita. 

Nota bene: per applicare a questi bandi non sempre è necessario essere costituiti ed aver già sviluppato il proprio prodotto. Tuttavia, gli enti finanziatori, richiedono un team completo che possa coprire i ruoli chiave della startup e un business plan completo. 

I vantaggi di questa soluzione sono la garanzia da parte di un ente pubblico per buona parte dell’investimento in caso di fallimento, tassi d’interesse migliori rispetto a quelli offerti dalle banche e – spesso ma non sempre – la caratteristica di finanziamento a fondo perduto (ciò significa che il team della startup non è tenuto a restituire la somma ottenuta).

Di contro, spesso le procedure di accesso ai bandi risultano lente e macchinose e i fondi si possono ricevere solo dopo aver rendicontato fatture emesse dai fornitori.
Queste problematiche si traducono per la startup in possibili difficoltà di liquidità che devono essere affrontate con capitali dei soci o con l’attivazione di linee di credito presso le banche.

Per approfondire i bandi disponibili per finanziare la tua startup puoi cercare sul portale della Comunità Europea e sul sito di Invitalia.

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7. OPEN INNOVATION

Infine, un modello al quale sempre più startup ricorrono per crescere è l’open innovation.
Il framework dell’open innovation definisce un approccio all’innovazione basato sulla collaborazione tra startup e aziende per ottenere una mutua contaminazione.

Se, da un lato, l’open innovation facilita i processi di innovazione nelle aziende, non si deve trascurare che, dall’altro, permette alle startup di testare sin da subito le proprie soluzioni e prepararsi al go to market.

La collaborazione tra startup e aziende può avvenire per mezzo di partecipazione al capitale, attraverso operazioni di corporate venturing e corporate incubation, oppure senza partecipazione al capitale attraverso l’internalizzazione da parte dell’azienda di soluzioni proposte dalle startup al fine di favorire l’innovazione. 

Conclusioni

Ora che abbiamo concluso la panoramica su come raccogliere capitali per la tua startup, ricordati sempre che l’obiettivo finale di una startup non è raccogliere fondi ma crescere

Prima di andare a raccogliere capitali, riunisci sempre il tuo team per fare il punto della situazione, identificare degli obiettivi, pianificare e quantificare quanti fondi vi servono per raggiungerli.

Non sottovalutare questa fase perché spesso avere capitali e non sapere cosa farne è più dannoso che non averne.

A presto!

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