7 min

Dall’automazione alla Hyperautomation: come orchestrare persone, AI e processi in azienda

hyperautomation

📌 Tabella dei Contenuti

Se c’è una cosa che ho imparato in anni di lavoro sul campo, è che l’efficienza operativa è pericolosa. Iniziamo automatizzando un task ripetitivo, un copia-incolla da Excel a un gestionale e sentiamo subito la scarica di dopamina. 

“Funziona! Abbiamo risparmiato 10 minuti!”. 

E così iniziamo ad automatizzare tutti i nostri processi, o meglio, ciò che pensiamo sia un processo aziendale. La verità è che spesso nessuna azienda sa effettivamente cosa sta automatizzando, quale particolare scarto sta eliminando o quale metrica stia facendo un progresso positivo.

E ancora, presi dall’entusiasmo, cadiamo nella trappola della “Azienda con pilota automatico (Push-button organization)”, il sogno proibito di ogni manager di premere un bottone e vedere l’azienda girare da sola. Pensiamo di essere Iron Man che chiede a Jarvis di costruire una nuova armatura, in autonomia.

E poi boom, ci rendiamo conto troppo tardi che stavamo “automatizzando” una procedura errata in partenza.

E voglio aggiungere una riflessione personale. L’illusione più pericolosa è credere che si possa generare valore eliminando le persone dallo scambio valoriale. Pensare che bastino i sistemi di automazione per far crescere un’azienda è un errore di calcolo enorme: senza relazioni, l’automazione non crea valore, si limita a processare il vuoto più velocemente. Il nulla moltiplicato 0, fa sempre 0.

Vedete quella non è Hyperautomation. 

Quella è solo “vecchia automazione”. E se continui su quella strada, finirai per automatizzare il caos, ottenendo solo un disastro più veloce e andando contro un muro a 200KM orari.

Oggi voglio portarti oltre l’hype di questa parola. Voglio raccontarti cos’è davvero la Hyperautomation, come capire a che punto è la tua azienda e perché, paradossalmente, più spingiamo sulla tecnologia, più l’essere umano diventa insostituibile.

Perché l’automazione serve a potenziare le relazioni, non a sostituirle.

Buona lettura!

1. Oltre la parola: cos’è (davvero) la Hyperautomation?

Oggi sembra esserci ancora molta confusione a riguardo. Cerchiamo di fare chiarezza.

Gartner definisce la Hyperautomation come “un approccio disciplinato e guidato dal business per identificare, valutare e automatizzare rapidamente il maggior numero possibile di processi”.

Note bene le parole che vengono citate da Gartner: disciplinato e processi

Non si tratta di installare un bot che fa una cosa sola o di creare un Agente AI che fa una sola operazione. Si tratta di orchestrare un ecosistema dove diverse tecnologie come ad esempio l’Intelligenza Artificiale (AI), il machine learning (ML), il process mining e le piattaforme NoCode lavorano insieme come parti di un unico corpo.

Se l’automazione tradizionale è un operaio che sposta mattoni, la Hyperautomation è l’architetto che ridisegna l’intero cantiere mentre i lavori sono in corso.

La grande differenza: Automation vs. Hyperautomation

Per capire se stai facendo Hyperautomation o automazione classica, guarda questa tabella.

CaratteristicaAutomazione TradizionaleHyperautomation (Intelligent Automation)
FocusCompito singolo (Task-based)Processo intero (End-to-End)
DatiSolo strutturati (Excel, Database)Strutturati e Non Strutturati (Voce, PDF, Email)
FlessibilitàRigida (Se cambia l’UI, si rompe)Adattiva (Usa ML per gestire le eccezioni)
RisultatoEfficienza immediataResilienza e Agilità di Business (non sempre immediata)
Ruolo UmanoSpesso come “supervisore” passivoHuman-in-the-loop (Collaboratore attivo)

La differenza principale non è complessa: possiamo dire che l’automazione classica è deterministica (Se succede X allora succede Y). La Hyperautomation è probabilistica e contestuale. Capisce cosa sta succedendo e si adatta all’intero processo end-to-end (non solo al task specifico al quale stava lavorando l’automazione classica)

Un chiarimento necessario: Hyperautomation non è semplicemente “automazione migliore”

Togliamoci dalla testa l’idea che la Hyperautomation sia l’evoluzione “più bella” dell’automazione classica. Non è una gara e, soprattutto, la Hyperautomation non è un tool che puoi comprare. È una strategia, un approccio architetturale.

L’automazione classica non è obsoleta: è insostituibile per i compiti deterministici, quelli dove l’input A deve produrre sempre l’output B, velocemente e senza errori. La Hyperautomation entra in gioco quando il processo diventa probabilistico e richiede capacità di giudizio o adattamento (gestiti sopratutto dall’AI).

2. Diagnosi: in quale stadio si trova la tua azienda?

Non puoi arrivare alla Hyperautomation domani mattina. È un viaggio. E come in ogni viaggio, devi sapere da dove parti per non perderti. Basandomi sul Maturity Model 2024 di Gartner e incrociandolo con la Transformation Roadmap descritta da Pascal Bornet in Intelligent Automation (che vi consiglio caldamente di leggere), ho sintetizzato 4 stadi evolutivi.

Attenzione: la maggior parte delle aziende italiane pensa di essere allo stadio 3, ma i dati ci dicono che è ferma allo stadio 1. 

Stadio 1: L’era del “Task” (Il Principiante)

  • Cosa succede: Hai qualche script sparso, macro di Excel o una piccola automazione che fa data-entry massivo. L’approccio è a silos: ogni dipartimento si “arrangia” o vengono create soluzioni personalizzate che vengono utilizzate solo da chi ne ha fatto richiesta.
  • Il Sintomo (Pain Point): L’automazione è “ad-hoc”, tattica e spesso nascosta a tutta l’azienda (Shadow IT). Qualcuno nel marketing ha creato un’automazione su Zapier, ma l’IT non ne sa nulla.
  • Il Rischio: Ottimizzi un task che forse non dovrebbe nemmeno esistere (confondi Output con Outcome). È il regno dell’efficienza locale, ma dell’inefficacia globale.
  • Obiettivo: Risparmiare ore/uomo su compiti ripetitivi (ROI rapido e tattico).

Stadio 2: L’Integrazione Governata (Lo Sviluppo)

  • Cosa succede: Inizi a collegare i puntini. Non automatizzi più il singolo task, ma il flusso. Il CRM parla con l’ERP tramite piattaforme iPaaS (es. Make o Zapier).
  • Il Sintomo (Pain Point): Nasce l’esigenza di Governance. L’IT inizia a centralizzare o supervisionare le automazioni per evitare il caos tecnico. Si passa dal “farlo funzionare” al “farlo in sicurezza” (con regole distribuite a tutta l’azienda).
  • Obiettivo: Velocità di processo, riduzione degli errori di trasferimento dati e primi standard di sicurezza.

Stadio 3: L’Infusione Cognitiva (L’Avanzato)

  • Cosa succede: Qui la tecnologia smette di “fare” e inizia a “capire”. Inserisci l’Intelligenza Artificiale nel motore. Hai sistemi che leggono fatture PDF o chatbot che smistano le email dei clienti. Tutto basato sulla governance dello stadio 2.
  • Il Sintomo (Pain Point): L’automazione esce dai confini dei dati strutturati (Excel) e inizia a gestire l’ambiguità (linguaggio umano, immagini). L’automazione diventa un vantaggio competitivo reale, non solo risparmio costi.
  • Obiettivo: Scalabilità e gestione della complessità non strutturata.

Stadio 4: Hyperautomation Strategica (La Maestria)

  • Cosa succede: L’automazione è un pilastro della strategia aziendale, non un progetto IT. Si creano i team crossfunzionali: squadre miste dove business e tecnici co-creano soluzioni. Usi diverse tecnologie e le metti al servizio dell’azienda.
  • Il Sintomo (Pain Point): L’organizzazione diventa fluida. L’azienda non “subisce” il mercato, ma si adatta ai cambiamenti quasi istantaneamente grazie a un ecosistema digitale integrato.
  • Obiettivo: Innovazione continua, Resilienza e Business Agility.

In che stadio ti trovi? Cosa devi fare per fare un progresso verso lo stadio successivo?

3. Il paradosso: per automatizzare devi essere più umano!

Forrester prevede che entro il 2026 ci sarà una svolta verso l’automazione cognitiva. Ma attenzione: la tecnologia da sola fallisce. Il vero motore della Hyperautomation non è l’algoritmo, è il Citizen Developer.

Chi è un Citizen Developer?

Vi riporto un breve estratto del libro “The NoCode & AI Playbook per grandi aziende e PMI”:

“Un “Citizen Developer” è chiunque si metta in gioco per affrontare problemi, semplici o complessi, e creare nuove soluzioni software, funzionalità o intere applicazioni, senza dover scrivere una (o quasi) riga di codice”

Sono quindi le persone del tuo team, HR, Sales, Marketing che, armate di strumenti NoCode, costruiscono le proprie soluzioni. Loro conoscono il problema (il “dolore”) meglio di qualsiasi persona del reparto IT. Ma per abilitare questo, serve cultura. Serve quello che in questi casi chiamo cultura del desiderio (il “Desire” del modello ADKAR). Se imponi l’automazione dall’alto, verrà vista come una minaccia (sostituzione). Se dai gli strumenti alle persone, diventa un superpotere (potenziamento).

Ma come si accende concretamente questo desiderio? Come possiamo trasformare la paura della sostituzione nella voglia di costruire?

La risposta non è nei discorsi motivazionali, ma nel dare alle persone il controllo del processo decisionale fin dal primo giorno. Vediamolo insieme con uno strumento che rende il team protagonista della scelta: il NoCode & AI Decision Canvas (NDC).

Lo strumento per essere “più” umani: Il NoCode & AI Decision Canvas (NDC)

Per evitare di perderti, ti consiglio di usare questo framework decisionale. 

Il NoCode & AI Decision Canvas (NDC) è uno strumento visivo che aiuta i team a fare chiarezza sul perché scegliere un determinato tool o una specifica tecnologia, favorendo una riflessione di gruppo prima di prendere una decisione.

Come utilizzarlo?

Prima di lanciare un progetto di automazione, prendi le persone che dovrebbero utilizzarla (dopo aver mappato il processo e compreso pienamente l’obiettivo da raggiungere) e, ad esempio, cercate di comprendere insieme:

  1. Desiderabilità: Il team vuole questa automazione?
  2. Fattibilità: I dati sono puliti? (Ricorda sempre: garbage in, garbage out).
  3. Sostenibilità: Stiamo creando un mostro difficile da mantenere?

L’obiettivo non è rimuovere la persona, ma rimuovere il robot dalla persona.

Oltre a desiderabilità, fattibilità e sostenibilità, chiediti: governabilità. Chi controlla i dati? Se questo processo si rompe, chi se ne accorge prima del cliente? Senza governance, la Hyperautomation diventa un debito tecnico insostenibile nel tempo!

Non basta che il team voglia l’automazione (Desiderabilità). Serve che l’azienda possa reggerla (Sostenibilità) e controllarla (Governance). Altrimenti, crei solo un debito tecnico più veloce.

Puoi scaricarlo gratuitamente da qui

4. Il Change Management come “misura di sicurezza” antropocentrica

Ora però, mi piacerebbe trattare insieme a voi uno dei problemi più sottovalutati in assoluto quando si parla di introdurre nuove tecnologie all’interno di un gruppo di persone: trattare la Hyperautomation come un aggiornamento software. 

Si installa, si accende, si corre. Ma se provi a passare da zero a cento in un’organizzazione complessa senza preparare il terreno, non otterrai velocità. Otterrai un testacoda.

L’automazione spinta cambia la natura stessa del lavoro quotidiano. Toglie la routine, certo, ma toglie anche quelle “certezze operative” su cui molti dipendenti basano la propria sicurezza professionale (anche se mai mappate). 

Se non gestisci questa transizione, attivi quella che in psicologia organizzativa chiamiamo resistenza al cambiamento: sabotaggio inconscio, mancata adozione dei tool e crollo della fiducia.

Il Change Management non è un qualcosa che riguarda solo il reparto delle risorse umane. È una misura di sicurezza antropocentrica. 

Eh no, non puoi partire a razzo. Devi applicare un approccio incrementale che rispetti la curva di assorbimento e di apprendimento delle persone. Ti porto tre pratiche veloci per riflettere insieme.

  1. Awareness (Consapevolezza): Spiega perché stiamo automatizzando. Non è per tagliare teste, ma per eliminare il “lavoro tossico” e liberare tempo per il pensiero critico.
  2. Safety (Sicurezza): Garantisci che l’errore durante la fase di apprendimento sia tollerato. Se un bot sbaglia o se un dipendente fatica ad adattarsi al nuovo flusso, la risposta deve essere il supporto, non la punizione o il rimprovero.
  3. Co-Design: Non imporre l’automazione dall’alto. Coinvolgi chi fa il lavoro sporco nel disegnare la soluzione (diventando così Citizen Developers e utilizzando strumenti come quello visto prima del NoCode & AI Decision Canvas).

Conclusione

La Hyperautomation non è una destinazione o un qualcosa da “fare”, è un modo di pensare. È passare dal “come facciamo questa cosa più velocemente?” al “come ridisegniamo il lavoro affinché gli Agenti, i processi e le automazioni facciano la fatica e noi mettiamo il valore?”.

Se ti trovi allo stadio 1 o 2, non preoccuparti. È normalissimo (almeno 9 aziende su 10 si trova in questa situazione). L’importante è smettere di comprare tool a caso e iniziare a costruire una strategia che metta al centro la cultura, non il codice.

Buona Hyperautomazione!

Bibliografia

  • Bornet, Pascal, Ian Barkin, e Jochen Wirtz. Intelligent Automation: Welcome to the World of Hyperautomation. Independently published, 2021.
  • Buła, Piotr, e Bartosz Niedzielski. “Hyperautomation in organization management – exploratory research.” ResearchGate. Ultima modifica 2024.
  • Forrester. “Predictions 2026: Automation At The Crossroads.” Accesso 15 Novembre 2025. https://www.forrester.com/blogs/predictions-2026-automation-at-the-crossroads/.
  • Gartner. “Gartner Glossary: Hyperautomation.” Accesso 15 Novembre 2025. https://www.gartner.com/en/information-technology/glossary/hyperautomation.
  • Gartner. “Adoption of Hyperautomation by Gen Z will Drive Supply Chain Autonomy.” Gartner Newsroom. 10 Marzo 2021. https://www.google.com/search?q=https://www.gartner.com/en/newsroom/press-releases/2021-03-10-gartner-says-adoption-of-hyperautomation-by-gen-z-will-drive-supply-chain-autonomy.
  • Research Nester. “Hyperautomation – A People Centric Approach.” Research Nester Blog. Accesso 15 Novembre 2025. https://www.researchnester.com/blog/technology/hardware-and-software/hyperautomation-a-people-centric-approach.
  • Solvexia. “Automation vs Hyperautomation: Benefits & Use Cases.” Solvexia Blog. Accesso 15 Novembre 2025. https://www.solvexia.com/blog/automation-vs-hyperautomation.
  • WebRatio. “How Automated Are Business Processes? Let’s Find Out with the Hyperautomation Maturity Model.” Accesso 15 Novembre 2025. https://www.webratio.com/site/content/en/news-detail/business-automation-hyperautomation-maturity-model.
  • Daugherty, Paul R., e H. James Wilson. Human + Machine: Reimagining Work in the Age of AI. Harvard Business Review Press, 2018
  • Edmondson, Amy C. The Fearless Organization: Creating Psychological Safety in the Workplace…. Wiley, 2018.
  • Brynjolfsson, Erik, e Andrew McAfee. The Second Machine Age. W. W. Norton & Company, 2014

VUOI SCOPRIRE GRATIS COME VENDERE DI PIÙ SENZA STRESS?

Bene, allora iscriviti GRATIS al nostro Canale YouTube!

CONDIVIDI SU

GRATIS

OGNI SETTIMANA 📬

3 STRUMENTI DI AUTOMAZIONE​ E AI

La newsletter che ti aiuta a vendere di più grazie ai migliori strumenti di automazione e Intelligenza Artificiale, selezionati per te dai nostri esperti.

I MIGLIORI TOOL
DI AUTOMAZIONE

Iscriviti alla nostra newsletter GRATUITA per ricevere comodamente ogni settimana 3 strumenti di automazione e mettere il pilota automatico al tuo business!